
I DADI E L’ARCHIBUGIO
Commedia in tre atti di Alfredo Balducci
Regia di Alberto Moscatelli
In un periodo storico indefinito (le guerre, si sa, non hanno età!) due compagnie di ventura stanno per scontrarsi. La prima è stata ingaggiata dal signore del castello di Boslavo che ha deciso di non pagare più le tasse al re dal quale dipende: la seconda, al soldo del re, dovrebbe espugnare il castello per ricondurre il ribelle ai suoi doveri. Tutto è pronto per l’azione ma… i soldati delle due bande scoprono di essere legati da fraterna amicizia per un precedente fatto d’armi cui hanno partecipato da alleati. Lo scontro quindi non è più possibile. I rispettivi generali, per ragioni diverse, si affanneranno perché lo scontro abbia luogo, ma nonostante i biechi trucchi messi in atto per accendere gli animi ed aizzare l’una contro l’altra le due parti, la sconfitta toccherà proprio ai due, mentre a trionfare, questa volta, saranno pace, amicizia, buonsenso e… amore! il riassunto della trama non rende merito a tutti i personaggi caricaturali che ne fanno parte, nè alle scene che essi movimentano con comica arguzia e trovate paradossali. Scritta nel 1952, per il tono canzonatorio e pungente con cui l’autore ha descritto un mondo militaresco che per natura dovrebbe essere eroico e che invece mostra le proprie miserie con atteggiamenti millantatori, la commedia è stata subito tacciata di antimilitarismo e per questo censurata e non rappresentata per anni. E’ andata in scena la prima volta al Teatro Stabile di Trieste nel 1960, per la regìa di Sergio Velitti, scene e costumi di Dario Fo. Nello stesso anno è stata pubblicata su “Sipario”. In seguito è stata rappresentata al Minack Theatre di Portcurno in Inghilterra e al Teatro dei Satiri di Roma. Negli anni ’60 è stata trasmessa dalla RAI. Tradotta in inglese da Hugh Barty King, e in russo da Lev Verscinin. Pubblicata sulla rivista di teatro russa “Sufleur” (Il suggeritore) nei primi anni ’90.